Martedì 23 giugno, presso il Porto Fluviale di Roma, il grandissimo esperto Alberto Lupetti, ha tenuto una MasterClass della famosissima Maison, quella che “presta” lo champagne da anni per i film di 007: si proprio lei, Bollinger.

Calici pronti!
Bollinger ha sede ad Ay, sopra Epernay, nella valle della Marme. La maison è una delle sole quattro maison rimaste in mano ai fondatori, che sono appunto Bollinger, Pol Roger, Louis Roederer e Billecart-Salmon.
Un po’ di storia: Athanase de Villermont, conte con proprietà vinicole ad Ay, pensò che fosse un peccato lasciare incolte le sue proprietà. In quanto conte, Athanase non poteva lavorare, aveva però un amico enologo, Paul Renaudin, che era a sua volta amico di un certo Joseph-Jacob Bollinger, un signore venuto dalla Germania nella regione della Champagne per studiare appunto il vino e poi rivenderlo in Germania. Fu questo trio il 6 febbraio 1829 a fondare la Maison, e nella foto seguente potete vedere il primo “logo” utilizzato.

Primissimo logo
Col tempo Joseph Bollinger sposa la figlia di Villermont, così la maison passerà poi in mano al figlio nato dalla loro unione, Georges Bollinger, dalle ottime qualità, tant’è che fu in grado di fronteggiare l’attacco della fillossera ed anche la rivolta che ci fu in Champagne nel 1911. Morirà nel 1918 con la prima guerra mondiale passando così il testimone a suo figlio…
E la storia continua: col passare del tempo, la maison acquista fama mondiale, tant’è che sbarca oltremanica, divenendo lo champagne di corte come testimoniato tuttora dalla scritta presente sul collo della bottiglia.
Torniamo però a parlare della MasterClass: durante la serata abbiamo degustato 6 champagne tra cui l’Ayala, maison acquistata dalla Bollinger, le due special cuvée, sia nella versione blanc che rosé, la grand année 2005 anch’essa blanc e rosé e poi il mito, l’RD 2002.
Siamo d’accordo tutti che l’RD è uno champagne mitico, un icona. Anche l’altra sera ovviamente non era da meno. Io però voglio andare controcorrente: parlare dell’RD è troppo facile. Voglio invece raccontarvi La Grand Année, nella sua versione in rosa, sia perchè stiamo comunque parlando di un grandissimo champagne, ed anche perchè mi ha veramente colpito.

Grand année rosé 2005
La Grand Année, chiamata così perchè ovviamente è prodotta solo nelle annate considerate straordinarie, rifermenta col tappo di sughero ed è prodotta con il 70% delle uve di proprietà. L’assemblaggio di questo champagne è molto simile alla sua versione in bianco, 72% Pinot Noir (sempre in maggioranza per la Bollinger), di cui 5% in rosso, e 28% Chardonnay. Al naso sentiamo un frutto scuro, agrumi anch’essi scuri ed anche delle spezie. Il sorso ci attacca la bocca ed è un attacco deciso con un finale lunghissimo. Si sente che questo è proprio un grandissimo champagne. A me ha talmente colpito che ho preferito parlarne qui e condividere le mie sensazioni con tutti voi.
Detto questo, Bollinger ci abitua a grandi champagne, e purtroppo da questa degustazione è stato escluso (per ovvi motivi di costo) il Vieilles Vignes Francaises, detto anche VVF, blanc de noir in purezza.
Se volete approfondire la maison Bollinger e i suoi grandi vini, seguite oltre a questo sito, anche il sito di Alberto Lupetti (www.lemiebollicine.com). Infatti nella nuova edizione della guida Grandi Champagne riparlerà in modo più approfondito di questi ottimi champagne.