SaveTheDate: Masterclass Dom Pérignon

Dopo le vacanze natalizie e i festeggiamenti per il nuovo anno, l’Accademia dello Champagne torna a pieno regime con una nuova e imperdibile Masterclass.

Il mito, lo champagne più celebrato e, ahimè, più odiato: Dom Pérignon!

Lunedì 5 Febbraio assieme ad Alberto Lupetti e Vania Valentini, vi porteremo alla scoperta di questo champagne che non è solo un nome ma tanta qualità!

Queste le bottiglie in degustazione:

  • Vintage 2003: la sfida di Richard Geoffroy;
  • Vintage 2004: il “mostro”;
  • Vintage 2009: la novità;
  • P2 2000: la declinazione in versione P2 dello champagne del nuovo millennio;
  • P2 rosè 1996: raro e prezioso rosè in versione P2;
  • OE 1990: imperdibile e introvabile, l’espressione più pura dello champagne, colui che adesso si chiama P3 di un annata fantastica.

Affrettatevi con le prenotazioni perché i posti sono limitatissimi: solo 11!!

Locandina Master DP

Dom Pérignon P2 1995: 100 e lode!

Finalmente dopo qualche mese d’assenza sono tornato nella mia adorata Champagne e questa volta per delle visite a dir poco eccezionali e illuminanti. Assieme ad Alberto Lupetti e Vania Valentini (e altri amici appassionati) abbiamo passato 2 giorni di “fuoco” passando per Charles Heidsieck, poi da Roederer, Dom Pérignon per poi finire con Filaine e Diebolt-Vallois.

Per il racconto dettagliato però ci vorrà qualche tempo (ho bisogno di riordinare le idee)!!

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Dom Pérignon: All’interno dell’abbazia di Hautvillers

Per il momento voglio parlarvi di uno champagne del quale mi sono innamorato fin dalla prima volta che l’ho assaggiato: Dom Pérignon 1995!

In questo caso però voglio parlarvi della sua versione P2, quindi quelle bottiglie rimaste più a lungo sui lieviti (circa 15/20 anni). Innanzi tutto facciamo un attimo chiarezza su un argomento che in passato ha destato qualche dubbio: non c’è alcuna differenza tra le bottiglie Oenoteque, quindi quelle – passatemi il termine – vecchie con l’etichetta argento, e le attuali P2 con etichetta nera. L’unica differenza “potrebbe” essere nel dègorgement: infatti dato che si tratta di un operazione effettuata manualmente perché ogni bottiglia viene controllata da un enologo, dalla prima commercializzata a quella che acquisterete domani in enoteca, potrebbe esserci un anno di differenza.

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Richard Geoffroy: colui che porta avanti l’essenza e lo spirito di Dom Pérignon! E’ un mito e le degustazioni con lui sono memorabili!!

Come già accennato personalmente adoro l’annata ’95: i suoi champagne sono bilanciati e oggi sono una goduria! Qualsiasi bottiglia degustata l’ho trovata in uno stato di forma eccellente e non smetterei mai di berne!

Avevo già bevuto la versione Oenoteque dell’annata 1995 in una precedente degustazione ed ero curioso di assaggiarlo nuovamente per vedere l’evoluzione e ne sono rimasto estasiato!!

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Un tesoro che viene versato!

Ma com’è questo P2 1995? E’ magnifico, intrigante con un naso stupendo e una bocca di una profondità incredibile. Continuavo a berlo finendo il calice. Si sà, il vino più buono è quello che beviamo e non che continuiamo a girare e rigirare nel calice. Questo ’95 è veramente notevole ed era così perfetto che è un vino da lode anzi, da 100 e lode!

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E’ molto interessante a proposito dei vari P2 e P3 quello che ci ha detto Geoffroy, ossia per lui sono vita: i lieviti pian piano muoiono e trasferiscono gradualmente energia al vino! Effettivamente è proprio questa la differenza tra il vintage e la versione P2: assaggiando il primo si iniziano a sentire note di maturità che rendono il vino complesso mentre la P2 ha energia mista a maturità che rendono il vino bilanciato e di una bevibilità incredibile!

Un consiglio? Comprate tutto quello che trovate perché ne vale davvero la pena!!

Accademia dello Champagne: la genesi!

Si è vero, avete ragione, è un bel po’ di tempo che  non scriviamo sul sito.
Però ci teniamo a tornare col botto: è ufficiale infatti, dopo due tentativi, la creazione dell’Accademia dello Champagne. No tranquilli, non c’è da studiare anche se, personalmente, mi piace “studiare” ed imparare cose nuove sullo champagne, soprattutto se il sapere arriva dalla sapiente mente di Alberto Lupetti coadiuvato da Vania Valentini.

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Assieme a loro dunque, io e Marco abbiamo dato vita a questa Accademia che altro non è che un nuovo dove ci troviamo, organizzando serate di degustazione. Abbiamo inaugurato con la maison Mumm a cui addirittura erano presenti 40 persone e proseguito con Selosse, uno dei miti della Champagne.

Sicuramente l’avventura proseguirà permettendoci così di conoscere i segreti della Champagne e dello champagne.

Al nostro fianco sicuramente ci saranno nostri amici che ci concederanno alcune delle loro squisitezze da accostare alle varie bottiglie, ne è un esempio Angelo Capasso, fantastico produttore del parmense che risponde al nome di Salumificio Squisito; abbiamo avuto anche l’acqua Filette come “sponsor tecnico”, passatemi il termine. Fidatevi, c’è acqua e acqua…

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In abbinamento invece con gli champagne Selosse, abbiamo avuto la fortuna di conoscere il salmone Upstream in merito al quale l’unica parola che viene è: che spettacolo!! Un salmone così e difficile anche solo immaginarlo. Fidatevi, provatelo, assaggiatelo, e poi mi saprete dire!

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Grandi Champagne e salmone Upstream

Insomma, avete visto che le novità non mancano anzi, siamo sempre in costante evoluzione!

Continuate quindi a seguirci e  ne vedrete delle belle!

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Dom Pérignon Rosé 1986: La conferma dell’eccellenza DP

Ci sono champagne che, nella mia sempre più crescente esperienza, mi hanno sorpreso per la capacità evolutiva, altri che invece lo fanno per la loro costanza nel gusto ed anche altri che si confermano sempre eccezionali. Si sa, Dom Pérignon è un nome che ha il sapore di certezza, di qualità e domenica 6 dicembre me lo ha confermato.

Il tutto si è svolto in un pranzo tra amici di champagne, ma ormai siamo molto più che soli amici di champagne, in quel di Soragna, nella bassa Parmense. La location è il sublime ristorante Stella d’Oro, di cui vi consiglio vivamente di farci una capatina perché ne vale davvero la pena. Lo svolgimento comprendeva che ognuno portasse una bottiglia del “nettare francese” e così, avendo in cantina una bottiglia di Rosé 1986, ho deciso assieme al mio “socio” e co-proprietario della stessa Marco, di portarla per degustarla assieme al folto gruppo di appassionati ed esperti tra cui spiccavano: Alberto Lupetti (di cui vi ho parlato svariate volte, tra i maggiori esperti al mondo di champagne), Vania Valentini (anch’essa sempre presente) e altri amici tra cui Angelo Capasso (bè se volete mangiare dei buoni insaccati lui è la persona giusta, proprietario del Salumificio Squisito), ognuno con la propria consorte/marito.

La tavolata!

La tavolata!

Lo ammettiamo, io e Marco eravamo davvero spaventati da questa bottiglia, temevamo di avere un tesoro andato a male, non tanto per la qualità di Dom Pérignon  ma per il fatto che la bottiglia era stata tenuta davvero male (non da noi!!).

Emozioni misto tra paura e sorpresa ci accompagnano per tutto il pranzo finché mi viene detto di aprirla (che onore e direi anche onere!): mi alzo in piedi, prendo la bottiglia, libero il tappo dalla “gabbietta” e piano inizio a toglierle il tappo che viene via senza fatica e senza grossi sfiati, porto il tappo al naso e un sorriso si fa strada tra il mio viso, sembra buono. Lo verso nel calice di Alberto e il suo “ok” è linfa vitale! La bottiglia è buona, in tutti i sensi. Che fantastico questo DP!

Bottiglia e Calice

Bottiglia e Calice

Nettare nel calice!

Nettare nel calice!

Mi raccomando però, non conservate le vostre bottiglie così, non sfidate la sorte!! A noi è andata davvero bene, questo Dom era vivo, un gran rosé nonostante i suoi 29 anni e se non apprezzate i rosé vi consiglio vivamente di iniziare a considerarli, non soltanto in certe bottiglie perché ci sono ottimi rosé senza spendere cifre esorbitanti. Tra l’altro, per dovere della cronaca, nell’86 Dom Pérignon produsse solo la versione Rosé del suo vintage. Quindi in quell’anno non fu prodotto il Blanc. Questo a conferma della qualità della Maison.

La batteria!

La batteria!

Questo pranzo è stata anche l’occasione per ricevere la nuova guida “Grandi Champagne” di Alberto Lupetti direttamente dalle mani del suo creatore! Non perdetela, per tutti noi amanti è un obbligo averla e consultarla. I suoi consigli sono ottimi sia per chi è agli inizi sia per chi è più esperto. Potete trovarla nelle migliori librerie oppure ordinarla su http://www.lemiebollicine.com

Grazie Alb!

Grazie Alberto

Grazie Alberto

Grazie per la lettura e……. Stay Tuned!

 

 

Eccezionale MasterClass Dom Pérignon

Dom Pérignon

Dom Pérignon

Sono davvero desolato e desidero scusarmi con chiunque segua questo sito per la mancanza di articoli in tutto questo periodo ma, come molti di voi sanno, sono soltanto un umile appassionato, con un lavoro che nel periodo estivo pre-chiusura mi ha impegnato molto e, ahimè, mi ha bloccato dal scrivere articoli.

Però eccoci di nuovo qua, ed iniziamo questa nuova stagione con una bomba!

Siamo lieti di comunicarvi che è stata predisposta una MasterClass Dom Pérignon a Carpi (Modena) per il giorno 15 settembre.

Trovate di seguito anche una locandina con tutte le informazioni del caso.

Mi raccomando, i posti disponibili sono limitati e molti già prenotati.

Non capita tutti i giorni di degustare certi vini e vi posso assicurare che ne varrà la pena.

Che aspettate, prenotatevi subito!

Cliccate di seguito per visualizzare tutti i dettagli e non esitate a contattarci per ogni domanda.

email: fabiano.stabile@icloud.com

Locandina Master DP

MasterClass Bollinger – Il Racconto

Martedì 23 giugno, presso il Porto Fluviale di Roma, il grandissimo esperto Alberto Lupetti, ha tenuto una MasterClass della famosissima Maison, quella che “presta” lo champagne da anni per i film di 007: si proprio lei, Bollinger.

Calici pronti!

Calici pronti!

Bollinger ha sede ad Ay, sopra Epernay, nella valle della Marme. La maison è una delle sole quattro maison rimaste in mano ai fondatori, che sono appunto Bollinger, Pol Roger, Louis Roederer e Billecart-Salmon.

Un po’ di storia: Athanase de Villermont, conte con proprietà vinicole ad Ay, pensò che fosse un peccato lasciare incolte le sue proprietà. In quanto conte, Athanase non poteva lavorare, aveva però un amico enologo, Paul Renaudin, che era a sua volta amico di un certo Joseph-Jacob Bollinger, un signore venuto dalla Germania nella regione della Champagne per studiare appunto il vino e poi rivenderlo in Germania. Fu questo trio il 6 febbraio 1829 a fondare la Maison, e nella foto seguente potete vedere il primo “logo” utilizzato.

Primissimo logo

Primissimo logo

Col tempo Joseph Bollinger sposa la figlia di Villermont, così la maison passerà poi in mano al figlio nato dalla loro unione, Georges Bollinger, dalle ottime qualità, tant’è che fu in grado di fronteggiare l’attacco della fillossera ed anche la rivolta che ci fu in Champagne nel 1911. Morirà nel 1918 con la prima guerra mondiale passando così il testimone a suo figlio…

E la storia continua: col passare del tempo, la maison acquista fama mondiale, tant’è che sbarca oltremanica, divenendo lo champagne di corte come testimoniato tuttora dalla scritta presente sul collo della bottiglia.

Torniamo però a parlare della MasterClass: durante la serata abbiamo degustato 6 champagne tra cui l’Ayala, maison acquistata dalla Bollinger, le due special cuvée, sia nella versione blanc che rosé, la grand année 2005 anch’essa blanc e rosé e poi il mito, l’RD 2002.

Siamo d’accordo tutti che l’RD è uno champagne mitico, un icona. Anche l’altra sera ovviamente non era da meno. Io però voglio andare controcorrente: parlare dell’RD è troppo facile. Voglio invece raccontarvi La Grand Année, nella sua versione in rosa, sia perchè stiamo comunque parlando di un grandissimo champagne, ed anche perchè mi ha veramente colpito.

Grand année rosé 2005

Grand année rosé 2005

La Grand Année, chiamata così perchè ovviamente è prodotta solo nelle annate considerate straordinarie, rifermenta col tappo di sughero ed è prodotta con il 70% delle uve di proprietà. L’assemblaggio di questo champagne è molto simile alla sua versione in bianco, 72% Pinot Noir (sempre in maggioranza per la Bollinger), di cui 5% in rosso, e 28% Chardonnay. Al naso sentiamo un frutto scuro, agrumi anch’essi scuri ed anche delle spezie. Il sorso ci attacca la bocca ed è un attacco deciso con un finale lunghissimo. Si sente che questo è proprio un grandissimo champagne. A me ha talmente colpito che ho preferito parlarne qui e condividere le mie sensazioni con tutti voi.

Detto questo, Bollinger ci abitua a grandi champagne, e purtroppo da questa degustazione è stato escluso (per ovvi motivi di costo) il Vieilles Vignes Francaises, detto anche VVF, blanc de noir in purezza.

Se volete approfondire la maison Bollinger e i suoi grandi vini, seguite oltre a questo sito, anche il sito di Alberto Lupetti (www.lemiebollicine.com). Infatti nella nuova edizione della guida Grandi Champagne riparlerà in modo più approfondito di questi ottimi champagne.