Una serata straordinaria all’insegna di Dom Pérignon
Ultimamente con un gruppo di amici abbiamo dato vita a delle serate all’insegna della buona compagnia, del buon cibo e ovviamente del buon anzi, ottimo, champagne! Se la location è rimasta invariata ed è quel tempio della cucina che risponde al nome I Du Matt, dove lo chef Mariano e la sous chef Maura ci deliziano con portate al limite della legalità, la maison è a nostra discrezione e dopo Krug è stata la volta di Dom Pérignon. In poco tempo è stata decisa la data e ognuno dei partecipanti portava una bottiglia: l’obbiettivo era mettere a confronto, dove possibile, il vintage con la versione Oenoteque o P2. Le bottiglie in degustazione erano in ordine: Vintage 2000, Vintage – P2 1998, Vintage – Oenoteque – Rosé 1996, Vintage – Oenoteque 1995, Vintage – Oenoteque 1990, Vintage 1982. Qualora ce ne fosse il bisogno vi confermo l’ottima riuscita della serata e vi lascio al racconto sperando sia di vostro gradimento!
Dopo aver preparato le bottiglie aprendo le più “vecchie” così da averle pronte per la degustazione, ci accomodiamo a tavola dove mentre lo chef ci serve il primo piatto io verso il primo Dom della serata: il Vintage 2000; l’antipasto era carne salada con finocchio e zucchina. Il Dom 2000 si presenta davvero bene al bicchiere e il naso è assolutamente Dom. Ho avuto occasione tra l’altro di berlo una settimana fa e devo dire che conferma le stesse impressioni: la sua mineralità inconfondibile e al gusto è in perfetto equilibrio tra maturità e freschezza. In questo momento ne berrei a litri perché è davvero molto buono: 94/100.
Dopo l’antipasto si comincia forte e inizio a versare nei bicchieri il Vintage 1998 e il P2 1998 mentre a tavola arriva il primo piatto d’eccezione: Vellutata di zucca con aceto balsamico tradizionale di oltre 35anni e tartufo nero.
Il vintage 1998 ovviamente ha un colore più intenso rispetto al P2 che in questo momento e con queste bottiglie risulta un pelo inferiore al vintage che coinvolge tutti i sensi con la sua acidità bellissima, elegante ma diretto e immediato. In questo momento direi 95/100 Vintage 1998 e 94/100 P2 1998.
Una veloce pausa ci prepara al piatto successivo (qui ho fatto il maleducato: dopo averlo divorato ho chiesto il bis, era troppo buono!!!): fagottini al coniglio con il suo ristretto e salsa di peperoni.
Quest’ottimo piatto accompagnava tre bottiglie eccezionali: Vintage 1996, Oenoteque 1996 e Rosé 1996! Metto le mani avanti subito sperando di non accogliere le ire di coloro che trovano questa 1996 un annata straordinaria, io la definirei invece estrema (Lupetti docet): in effetti questi champagne hanno stoffa da vendere per carità, ma attualmente risultano ancora giovani e con molta strada ancora da percorrere. Queste tre bottiglie ne sono l’esempio: il Vintage 1996 risulta più godibile per via della minore sapidita dell’Oenoteque che invece risulta molto giovane e quasi dispiace di averlo adesso nel bicchiere e se l’OE era giovane, figuriamoci il rosé che è e sarà un grandissimo… Appunto, sarà e saranno…. Vintage 1996 94/100 – Oenoteque 1996 93/100 – Rosé 1996 93/100.
Con la smania di un bambino invece ci avviciniamo alle bottiglie che era da tempo che aspettavo di riassaggiare: Vintage 1995 e Oenoteque 1995. Il piatto che accompagna questi due mostri è uno stinco di maiale nel suo fondo con puré di melanzane, un altro capolavoro di Mariano. La cottura molto lenta ha reso questa carne tenerissima tanto da rendere difficoltoso il taglio ma allo stesso tempo conservava tutti i sapori ed un “sughetto” da leccarsi i baffi.
Oggi l’annata 1995 rivela tutto il suo potenziale a valore e questi champagne sono eccezionali e forse l’abbiamo sottovalutata in favore della 1996 ma questi champagne sono spettacolari. Il Vintage è un ruffiano, si avverte una leggera ossidazione ma è vivo ed è straordinario e mi piace da impazzire e se questo è il vintage, l’Oenoteque è monumentale! Si, confermo, la 1995 adesso è un passo avanti alla 1996. Vintage 1995 96/100 – Oenoteque 1995 97/100.
Un altra pausa veloce e poi subito pronti per il primo dei due dolci: Cannolo alla ricotta con cioccolato e canditi. La particolarità di questo piatto è che la ricotta e la panna utilizzati sono di Parmigiano Reggiano. Le bottiglie che accompagnano questo dolce sono il Vintage 1990 e l’Oenoteque 1990.
La 1990, per molti la migliore del secolo, è l’ultima del terzetto magico che comprende 1988, 1989, 1990. Quest’annata ha dato vita a grandissimi champagne. Hanno lunga vita davanti ma anche oggi sono bottiglie memorabili. Il Vintage bevuto da noi purtroppo non era perfetto ma ha materia ed e, cercando di andare oltre i suoi difetti, mi sento di assegnargli un 95/100; l’Oenoteque invece è in una forma smagliante ed è superiore al vintage, siamo sui 97/100.
Siamo giunti quasi a fine cena e nonostante siamo quasi all’orlo ci aspetta un “appetizer”, giusto per riempire l’ultimo buco: la Piccola pasticceria.
Quest’ultimo piatto ci porta all’ultima bottiglia per la serata: il Vintage 1982. Il capolavoro della serata, di un’annata eccellente che ha dato vita a vini ricchi e complessi con grandi capacità d’invecchiamento. Guardate in foto che colore stupendo che ha, questo Dom è energico e strutturato con una maturita che definirei perfetta che ci fa chiudere la serata nel migliore dei modi: 98/100.
Vintage 1982
Siamo giunti così a fine serata che ci ha permesso di confrontare quasi vent’anni di Dom Pérignon, mettendo alla prova la sua capacità d’invecchiamento, anche se non avevamo dubbi. Voglio ringraziare lo staff de’ I Du Matt, Mariano e Maura per la loro ospitalità (fateci una scappata ve lo consiglio), e il grande Filippo perché alla fine è l’ideatore di queste serate che alla fine tutti insieme rendiamo uniche.