Tra i vari eventi a cui ho partecipato questo mese quello di cui sto per raccontarvi spazia veramente di annate e Maison in una maniera sbalorditiva.
Per questo evento siamo stati ospiti del grande Mariano al ristorante I Du Matt di Parma coadiuvato dall’ottima Maura in un ambiente riservato liberi di esprimere ognuno le proprie opinioni.
La serata si apriva con una vellutata di patate con legumi e pancetta croccante e a seguire un piatto misto di salumi che accompagnavano le tre bottiglie “apripista”:
JACQUESSON 740
La nuova nata in casa Jacquesson, annata base 2012 e sboccato a luglio 2016. Si presenta con una bella veste chiara, sinonimo di giovetù, un naso materico e con molta potenzialità. Un vino acido ma piacevole e anche sapido. 93/100

La seconda bottiglia è:
CHARTOGNE-TAILLET COUARRES CHATEAU 2010:
è un extra brut di Merfy, vendemmia 2010 e degorgiato nell’agosto 2015, è un 100% pinot noir e al naso si percepisce nettamente anche se poi è poco espressivo e risulta addirittura corto al palato e netto. 87/100

Restiamo sempre nell’ambito del Pinot Noir ma questa volta ci spostiamo in un villaggio di tutto rispetto: Ambonnay.
ERIK RODEZ – BEURYS 2009
Degorgiato nel dicembre 2015 anche questo è un 100% pinot noir ma si percepisce la differenza del villaggio. Champagne più fresco, più lungo e più piacevole. 89/100

Finita la cena possiamo ora concentrarci sulla degustazioni di quelle bottiglie più “impegnative” e che necessitano di un palato pulito e partiamo subito da una bottiglia da sogno:
SALON VINTAGE 1999:
Questo 100% Chardonnay è una bomba di espressività. Naso d’agrumi con questa nota acida e matura che si contrappone a freschezza, eleganza e un finale lungo e appagante. Sicuramente una bottiglia con ancora molta strada da percorrere. 96/100

La terza bottiglia farà brillare gli occhi a qualcuno, me compreso!
JACQUES SELOSSE MILLESIME 1999:
Solo 6000 bottiglie di questo millesimato, degorgiato il 19 gennaio 2009. Purtroppo le nostre aspettative sono subito crollate in quanto la bottiglia era compromessa e anche dandogli tempo nel bicchiere era in continuo peggioramento. Peccato.

Ci rifacciamo con la bottiglia seguente, per me la migliore della serata.
BOLLINGER RD 1995:
Bottiglia degorgiata nel marzo 2013. Al naso è complesso ed è un trionfo di materia. Prima pan brioche e poi spicca una certa acidità e ciò mi colpisce: i vari ’95 assaggiati ultimamente risultavano pronti da bere, invece questo RD mi ha spezzato il cuore. Vorrei averne altre 10 bottiglie e aprirle a distanza l’una dall’altra per godermi le sue sfaccettature evolutive. Resta uno champagne strepitoso, veramente un mito. 98,5/100

Di bene in meglio, come si suol dire…
KRUG COLLECTION 1990:
Bottiglia n. 4430. Presentato al pubblico l’anno scorso, il naso è inconfondibilmente Krug. Si avvertono note di pan brioche e di torrefazione ma, essendo “nuovo”, resta comunque acido e salino. 98/100

Le prossime due bottiglie sono:
DOM PERIGNON OENOTEQUE 1996 e DOM PERIGNON P2 1996:
Ho deciso di metterle insieme perché comunque stiamo parlando dello stesso prodotto. Mi spiego meglio: per i Dom che diventano Oenoteque (o P2), il dégorgement è rigorosamente manuale. Di conseguenza un membro dello staff di Richard Geoffroy assaggia e degorgia le bottiglie che verranno poi vendute. La differenza quindi tra le due bottiglie è semplicemente nella “veste” o habillage. Si potrebbe essere che ci sia anche una differenza nel dégorgement anche se di poco tempo. Per questo motivo trovo le due bottiglie molto simili (la versione Oenoteque ha la data di dègorgement: 4/2016). Tutte freschissime è al naso lo riconosci subito. Al palato è salino e minerale come nel perfetto stile dell’etichetta. Sicuramente questa bottiglia ha molta vita davanti a se per esprimere tutto il suo potenziale. 97/100
Finita la “verticale” dei blanc, passiamo ora (tanto per non farci mancare nulla) ai rosé.
EGLY-OURIET ROSE’
degorgiato nel 2008, al naso si avvertono frutti rossi però sono delicati mai invadenti. E’ un vino minerale e complesso e credo anche che in un bicchiere scuro qualcuno possa avere difficoltà a dire che si tratti di un rosè. 91/100

Curiosissimo di assaggiare il prossimo champagne, visto quanto mi piace il suo “predecessore”…
DOM PERIGNON P2 ROSE’ 1996:
Naso nel perfetto stile Dom Pérignon. Si avvertono i frutti rossi, la mineralità e tutta l’eleganza della maison. Ad ogni modo è uno champagne che ha ancora moltissimo bisogno di tempo per esprimersi al meglio. 96/100

Arriviamo così all’ultima bottiglia della serata…
DOM RUINART ROSE’ 1996:
Uno champagne complesso e profondo. Armonioso e coerente tra naso e bocca ma comunque minerale. Molto interessante un eventuale abbinamento con dei grandi salumi.95/100

Siamo giunti così alla conclusione di questa grandissima degustazione. Anche questa serata mi ha confermato come attualmente gli champagne targati ’95 siano in totale stato di grazia mentre i ’96 hanno sicuramente bisogno di tempo (noi siamo stati molto azzardati nell’aprire bottiglie così vicine al dégorgement). Sicuramente una batteria di tutto rispetto che metteva a confronto varie tipologie di champagne. Per me alcune bottiglie erano assolutamente in anteprima in quanto non avevo mai avuto l’onore di degustarle. E’ stato un enorme privilegio e sicuramente una grande responsabilità.